martedì

Venti giorni dopo (27 aprile 2010)

Venti giorni dopo…..

Buongiorno a tutti,
dopo tre settimane di attivazione dell’impianto, pari a circa venti giorni di esplorazioni sonore, senza alcun “mappaggio” specifico, ecco lo sviluppo della situazione. Faccio sempre notare che le impressioni sono personali e potrebbero non essere condivise da altri.

La prima cosa da segnalare –non me l’ha fatta notare nessuno, ci sono dovuto arrivare da solo con continue prove – è che uno dei suoni, particolarmente fastidioso e somigliante a una serie di velocissimi ticchettii uno dopo l’altro, è un suono “immaginario”, percepito solo chi porta l'impianto, dovuto probabilmente all’accensione dell’impianto e alla messa in azione. Questo suono dura una ventina di minuti, dopo di che si attenua e scompare. Se al termine della giornata l’impianto viene spento e subito dopo riacceso, ricompare il ticchettio, ma stavolta la sua durata è limitata a un paio di minuti. Se si “stacca” l'impianto mentre è acceso, e subito dopo lo si riposiziona, non vi è alcun ticchettio di sorta, Ne deriva che questo rumore è dovuto solo all'azione di accensione. Non vi è modo di far sparire il ticchettio, invero fastidiosissimo, dal momento che ad ogni spegnimento e accensione dell’impianto inevitabilmente si ripropone. Se ne deduce che sia una sorta di “riscaldamento del motore”. Non è possibile nemmeno “far riscaldare” l'impianto qualche minuto “a vuoto” e poi metterselo (evitando così il ticchettio), dal momento che si spegne automaticamente dopo pochi istanti, se non viene messo in posizione (probabile funzione risparmio energia).

Ho fatto un po' di prove in ambiente perfettamente isolato e silenzioso, ed ecco quello che è venuto fuori.
Un fatto davvero singolare, anzi forse il più singolare di tutti, è stato lo scoprire il PERCHE’ i suoni sono così diversi da quelli precedenti. In sintesi: con le protesi acustiche noi sordi profondi sentiamo prevalentemente i suoni gravi e quasi nulla degli acuti; con l’impianto, all’opposto si sentono prevalentemente i suoni acuti rispetto ai gravi. Questo che significa? Significa che mentre l’estremità “grave” dei suoni rimane così com'è, l’estremità “acuta” si arricchisce, si dilata, si allarga, si riempie di suoni. In altre parole, i suoni acquistano anche delle tonalità che prima erano inudibili.
E in cosa si traduce tutto questo? Si traduce in fenomeno che fa sorridere, ma è molto reale e, per chi lo prova, come il sottoscritto, sconcertante: le voci umane sembrano quelle dei cartoni animati.
Provando ad ascoltare le persone, in assenza di altri suoni, sembra di sentire Pippo Pluto e Paperino, Quack! Quack! Oink! Oink!
Se invece i suoni non sono voci umane, ma suoni ambientali, sembra di sentire “rumori da videogiochi”. Chi negli anni passati giocava con i videogiochi da bar capisce cosa intendo. I suoni vengono “dilatati” verso la tonalità acuta, assumendo un connotato irreale al quale forse toccherà farci l’abitudine . Il rumore ad esempio dei tacchi sul pavimento, che prima erano un suono grave e pesante, adesso acquistano una tonalità acuta accanto a quella grave. Lo stesso dicasi degli altri rumori ambientali. E l’effetto finale è quello “da videogioco”: WOP! WOP! TIIING! TIIING! WUP! WUP! BLIP! BLIP!
La situazione è di massima confusione perché non si sa più cosa si sta ascoltando: quel suono era una signora che camminava con i tacchi alti, oppure era “PACMAN” ?

E’ assolutamente scontato, in questa situazione, che la comunicazione interpersonale avviene mediante la lettura labiale, come prima.

Altra sensazione: il volume generale dell'impianto sembra essere inferiore a quello dell'apparecchio. In altre parole: con l'impianto il volume sembra più basso. Con l'apparecchio i suoni gravi sono tonanti e prepotenti, con l'impianto più delicati. (spiegazione: in questa fase iniziale il volume è tenuto volutamente al minimo)

Ho avuto un incontro con un amico esperto in acustica, il quale era molto curioso di vedere un orecchio bionico in funzione, per saperne di più (curiosità peraltro ricambiata). Al termine di una lunga chiacchierata e di prove più o meno empiriche, mi è stato suggerito che l’udito attuale è “provvisorio” e “irreale”, soprattutto perché l’udito delle persone normale ha una curva “a campana”, in cui i suoni acuti vengono uditi in maniera progressivamente peggiore, mentre il sottoscritto ha attualmente un udito a “linea orizzontale”, nella fattispecie a 4000 HZ si hanno grossomodo gli stessi risultati che a 250 Hz.
(spiegazione: tutte le frequenze sono state “accese” alla medesima maniera per stimolare il senso uditivo in generale.)

Interessante notare come sia possibile decidere dall’esterno se far sentire di più o di meno alcuni suoni (qui ti faccio sentire di più, qui ti faccio sentire di meno); per chi ha portato sempre apparecchi acustici analogici, e NON digitali, la differenza si sente enormemente.
Estremamente imbarazzante, invece, è lo scoprire di udire suoni che non vengono avvertiti da molti “normoudenti”, che forse a questo punto tanto normoudenti non sono, come ad esempio il ticchettio di un orologio a qualche metro di distanza.

E’ opportuno ricordare infine, che il suono è QUANTITATIVO e non qualitativo. Ciò significa che il tic-tac dell’orologio viene udito, ma non si sa che quello è il rumore dell’orologio, fino a quando qualcuno non te lo dice. Fino a prova contraria, potrebbe essere un uccellino che cinguetta sul balcone, oppure la goccia d’acqua che cade con insistenza dal rubinetto, oppure qualsiasi altra cosa. A me personalmente è capitato di confondere il cinguettio degli uccelli con l'abbaiare di due cani in lontananza.
Mi riesce difficile anche solo descrivere lo stato di confusione in seguito a una cosa simile.

Questa incapacità di decodificare i suoni è probabilmente l’aspetto peggiore della questione. Essere avvolti da un miliardo di suoni senza capirli è qualcosa di difficilmente spiegabile. Molta gente si esalta al pensiero che “finalmente ci senti!”, ma in realtà non basta udire, bisogna anche CAPIRE quello che si sente, altrimenti siamo al punto di partenza.

Scontato, e anche un filo poetico, l'accostamento con l'udito del neonato, tu sei come un neonato, è come se uditivamente fossi nato dieci giorni fa, i neonati all'inizio sentono ma non capiscono, tu sei come loro, devi portare tanta pazienza, eccetera.
A 40 anni fa un certo imbarazzo sentirselo dire.

Paragone tra impianto- apparecchio acustico. Qui si passa dal giorno alla notte. Non c’è un solo punto di contatto tra i due modi di sentire. Con l’apparecchio il suono “passa attraverso l’orecchio”, con l’impianto il suono “è in testa”. E già questo basterebbe a spiegare la differenza.
Con l’apparecchio acustico il suono, se la fonte si allontana, è avvertito come sempre più fiacco e “lontano”. Con l’impianto, al contrario, il suono è sempre uguale, se la fonte è a zero centimetri oppure cinquanta centimetri di distanza è esattamente la stessa cosa, a meno che la fonte non sia davvero lontana.
Questo provoca un corollario abbastanza fastidioso, ma tutto sommato sopportabile: con l’impianto MANCA la direzionalità. Nel senso che non si può dire se il suono è a destra, sinistra, in alto o in basso, vicino o lontano. Il suono c’è, oppure non c’è.
Con l’apparecchio il suono è “sporco”, sembra che attraversi strati e filtri prima di venir percepito, l'informazione sonora si disperde, con l’impianto invece il suono è “pulitissimo”.
La sensazione di suono “dentro la testa” è difficile da spiegare, e se il suono arrivi da destra o da sinistra, sia vicino o lontano, nulla cambia: viene percepito sempre allo stesso modo.

La sensazione di essere in un altro mondo rispetto a prima comunque la si riceve ascoltando i suoni delle singole consonanti. Chi porta l’apparecchio acustico sa è perfettamente inutile pronunciare il suono delle lettere “esse” o “effe”: non si sente nulla.
Con l’impianto, è con immensa sorpresa che si sente che ambedue queste consonanti non sono mute, ma hanno un suono, non solo, ma differente tra loro: “ffffffff” e “ssssssssss” , con uno sbuffo di aria differente, che produce un suono diverso, e, quindi, potenzialmente riconoscibile.
Con l’impianto il suono sembra certamente più “portatore di informazione”: se solo si riuscisse a capire di che suoni si tratta!
C’è un aspetto favorevole alla protesi piuttosto che all’impianto? Si, almeno uno: i suoni gravi sembrano più forti e definiti con l’apparecchio tradizionale, con l’impianto sono più morbidi e sfumati, e il suono grave per poter essere ben apprezzato, deve essere “potente”. Da questo punto di vista, è un punto a favore dell’apparecchio acustico.

Sia ben chiaro che tutte le considerazioni di cui sopra valgono in ambiente silenzioso, dove vi è possibilità di selezionare un solo, singolo suono, e fare osservazioni su di esso. E chiaro che se siamo in presenza di tanti suoni allora si torna alla giungla sonora, al minestrone di suoni, e tutte le osservazioni vanno a farsi benedire.

Una cosa positiva è che la giungla sonora non è “dolorosa”, forse anche perché il volume è tenuto al minimo, quindi non arreca fastidio, ma solo una sensazione di frastuono inestricabile.

Capitolo Acufeni: ovvero, i fastidiosi ronzii all’orecchio che spesso e volentieri rendono la vita impossibile. Sono meno fastidiosi del solito, in quanto vanno “in sottofondo”, mentre prima erano i suoni preponderanti ancorché immaginari. Gli acufeni continuano a essere una presenza fastidiosa, ma, essendo in sottofondo, se non altro sono più sopportabili.
Se si riuscisse a farli scomparire del tutto sarebbe cosa magnifica.

In conclusione noto soprattutto un fatto che mi fa sorridere, e cioè che mi trovo in una situazione paradossale : mentre prima “nulla sentivo, e nulla capivo”, adesso “tutto sento…e nulla capisco ugualmente”. E’ come si fosse passati da un estremo all’altro.
Considerazione negative? Essenzialmente una, l’enorme stanchezza soprattutto psicologica che si accumula. Fare esercizi tutti i giorni, allenarsi, prestare attenzione, cercare al tempo stesso di avere una propria vita…è davvero sfiancante.

Mi ripetono, poi, di trattare queste considerazioni alla stregua di pure curiosità, dal momento che quando comincerà la regolazione dell’impianto vera e propria (al momento non c’è alcuna regolazione specifica, bensì è tutto acceso al minimo volume, per vedere l’effetto che fa) cambierà tutto. Questo, insomma, è solo un assaggio. Non oso immaginare quando si comincerà a fare sul serio!

Il riassunto di tutto quello che ho scritto in una sola frase? Mi sto accostando alla giungla sonora, non riesco a penetrarla, ma cerco di guardarla più da vicino per capirla.

Ma insomma, l’impianto è bello o brutto? Nè l'uno nè l'altro. Piuttosto, c’è una sensazione di confusione completa. Sembra di aver a che fare con un marchingegno elettronico del quale non si ha il manuale d’istruzioni: quindi bisogna procedere per tentativi, bisogna “scrivere da sé il manuale d’istruzioni”.

E per finire le ultime parole famose: “Lavorate sempre tutti i giorni, allenatevi, che voi adulti ne avrete da lavorare!”.
Gambe in spalla e pedalare!

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